I progetti IAM- Integrated Amrita MeditationTechnique®

martedì 16 ottobre 2012

Nei giorni 28 e 29 settembre si sono tenuti, in alcuni istituti penitenziari del Nord Italia, tre corsi della meditazione IAM- Integrated Amrita MeditationTechnique®, più precisamente un corso per i detenuti nel carcere di Udine, un corso per i dipendenti (personale di Polizia Penitenziaria e UEPE - ufficio esecuzione penale esterna) e un corso per i detenuti nel carcere di Tolmezzo (UD).



I corsi sono stati organizzati a titolo volontario dai signori Pilosio Tiziano e Piussi Chiara.

Il corso per detenuti a Udine è stata occasione per rivedere dei carcerati che avevano già partecipato ad un corso tenutosi la scorsa primavera.
Rivedendo l’insegnate, la dottoressa Marina Ghezzi, alcuni hanno manifestato il loro piacere per poter ripassare la tecnica insieme e hanno espresso il loro pensiero in merito: “La tecnica fa molto bene e ha offerto la possibilità di avere un nuovo punto di vista sulle esperienze della vita, ma è difficile praticarla da soli”. Partendo da questa difficoltà, i detenuti hanno chiesto all’insegnante la possibilità di organizzare più spesso momenti per ripassare insieme la tecnica.

Sia nel carcere di Udine, sia in quello di Tolmezzo, i detenuti hanno detto di aver sperimentato grande silenzio e pace. Uno di loro ha detto: “Mi sembra di essere in una bolla”, e nel momento destinato alle domande e risposte alcuni hanno detto, facendo sorridere tutti: “Preferiamo rimanere ad ascoltare il silenzio ora e non parlare, visto che non è così facile trovare la pace qui in carcere”.
La pace e il silenzio sperimentato con la tecnica è stato paragonato da alcuni di loro, più che altro dai più giovani, alle sensazioni provate con l’uso di droghe, ma la cosa bella è stata che tutti erano d’accordo nel dire che le droghe ci fanno diventare dipendenti e, a lungo andare, ci distruggono, mentre la meditazione ci rende capaci di trovare, senza nessun supporto, pace e rilassamento e ci dona salute.
In entrambi i corsi sono emerse da parte dei detenuti domande sul perché della sofferenza e dell’ingiustizia e alcun di loro hanno portato la discussione sulla parola “karma”, che avevano già sentito in altre circostanze.
Si è parlato di come ogni azione che compiamo produce un effetto sulle persone che ci stanno accanto e sull’ambiente che ci circonda e in modo spontaneo si è giunti alla conclusione che più si è positivi e più, di conseguenza, si produce positività e pace in noi e attorno a noi.
Molti detenuti erano dispiaciuti per non avere potuto ricevere da giovani un’educazione che includesse la meditazione e i principi spirituali che ad essa sono collegati, ma si è detto insieme che “non è mai troppo tardi per imparare”.

Un‘educatrice del carcere di Udine ha detto: “I detenuti hanno bisogno di imparare a gestire la loro ansia e questo corso può essere un buon aiuto: sono felice che sia stato organizzato”.

Il corso organizzato per i dipendenti del carcere di Udine è stato accolto con molto interesse da tutti i partecipanti poiché la possibilità di trovare un momento di pace e di silenzio, per rigenerarsi dallo stress quotidiano, era sentita con una certa importanza. Uno di loro ha detto: “Dopo questo corso mi sento un po’ più felice di prima”.

Anche dai dipendenti è emersa l’esigenza di organizzare più spesso momenti per poter ripassare e praticare insieme la tecnica. La pace sperimentata durante la pratica ha portato a riflettere sulla possibilità di mantenere questo stato anche durante il lavoro, soprattutto nei momenti di tensione fra colleghi.

Durante il corso con i detenuti a Tolmezzo, un agente di Polizia Penitenziaria è rimasto ad assistere al corso e al termine ha espresso il suo grande interesse per i contenuti affrontati e ha chiesto informazioni e contatti per poter partecipare al prossimo corso.

Gli organizzatori del corso, Tiziano e Chiara, hanno raccontato: “Quello che ci colpisce da quando organizziamo corsi IAM è che, nonostante i corsi siano indirizzati di volta in volta a gruppi molto diversi tra loro (detenuti, adulti, impiegati di organizzazioni, ragazzi, bambini), ogni corso riesce a trasmettere lo stesso senso di pace e tranquillità.
Siamo immensamente grati ad Amma per l'opportunità che ci dà di far qualcosa per gli altri. Vedere i sorrisi e la leggerezza delle espressioni al termine dei corsi ci riempie il cuore”.

La dottoressa Marina, l’insegnante della tecnica, al termine dei tre corsi ha detto: “Quando ho accettato l’invito a tenere questi corsi, ho pensato subito che le date coincidevano con il compleanno di Amma, l’ideatrice di questa tecnica di meditazione, e mi sembrava che così facendo potessi offrire questo servizio di volontariato come dono ad Amma per tutto quello che instancabilmente lei dona a tutti coloro che giungono a lei con i loro affanni.
Ma al termine dei corsi ho capito una cosa: anche quando pensiamo di voler fare un regalo ad Amma, ispirandoci al suo esempio di servizio altruistico, siamo noi i primi a trarne beneficio, in termini di gioia, di espansione e di esperienza.
Poter fare servizio di volontariato per l’organizzazione di Amma è una grande dono che facciamo prima di tutti a noi stessi, infatti, mettendo a disposizione un pizzico del nostro tempo e della nostra energia, riceviamo moltissimo in cambio: la gioia di donare”.

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